Sebbene oggi i pantaloni siano un capo di abbigliamento estremamente popolare nel guardaroba femminile, per molti secoli è stato considerato scandaloso indossarli. Ripercorriamo la storia di come le donne, dopo tante lotte coraggiose, hanno potuto indossare liberamente questo capo.
La nascita dei pantaloni
Le prime forme di pantaloni risalgono a circa duemila anni fa, grazie ai nomadi delle steppe eurasiatiche che – vivendo la maggior parte della loro vita a cavallo – avevano bisogno di gambali robusti, indossati sia da uomini che da donne.
Nel mondo occidentale, invece, per ragioni non molto chiare, l’uso dei pantaloni da parte delle donne era visto come un tentativo intollerabile di appropriarsi non solo di un modo di vestire, ma anche di prerogative e privilegi squisitamente maschili. Le donne, se non qualche raro caso (come Giovanna d’Arco, fiera portatrice di pantaloni), fino all’Ottocento indossavano solo gonne.
I primi cambiamenti con i movimenti di emancipazione femminile
L’Ottocento è stato un periodo di grandi rivoluzioni, che ha coinvolto anche la sfera femminile. L’uguaglianza tra i sessi fu una delle rivendicazioni che cominciarono a farsi strada nel panorama europeo dell’epoca. Dal punto di vista dell’abbigliamento, l’uguaglianza sessuale si è manifestata nella libertà delle donne di indossare i pantaloni.
I primi movimenti per l’emancipazione femminile avvennero in America nei primi due decenni dell’Ottocento: l’incontro di alcune scrittrici e attiviste per i diritti delle donne, tra cui Amalia Bloomer (la pioniera della nuova moda femminile), sollevò il problema del disagio dell’abbigliamento femminile tradizionale.
Cambiare stile di abbigliamento è stata una forma di grande emancipazione: non solo dal disagio, ma dalla morale comune.
Nella sua rivista “The Lily”, Amalia proponeva nuovi capi d’abbigliamento femminili, molto più comodi ed emancipati. Tra questi c’erano anche i Bloomers, pantaloni larghi sulla coscia che si stringevano alla caviglia, coperti per metà da una tunica.
Esportati in Europa, i Bloomer hanno lottato per affermarsi perché i coraggiosi che hanno osato indossarli erano il bersaglio di insulti per strada.
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Novecento: la grande svolta
Finalmente, nel ventesimo secolo, le donne potevano indossare i pantaloni. Inizialmente tale scelta fu dettata dalla necessità e non certo da una riconosciuta uguaglianza: con i due conflitti mondiali infatti, mentre gli uomini erano al fronte, le donne dovettero sostituirli al lavoro. Le donne, che hanno iniziato a svolgere un ruolo molto importante nella società, hanno avuto il coraggio di imporre la loro pretesa.
La diffusione del pantalone su larga scala grazie ai jeans
Dagli anni ’60 in poi, grazie all’enorme successo del jeans – l’uniforme del movimento hippy – l’uso del pantalone da donna iniziò lentamente a essere considerato normale, fino a diventare uno dei capi di abbigliamento più apprezzati nel guardaroba femminile.
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